Lo scorso novembre la Commissione ha finalmente presentato la propria proposta di riforma della governance economica dell’eurozona: niente modifica dei parametri di Maastricht (3% deficit/PIL; 60% debito PIL), niente “golden rule” a favore degli investimenti pubblici dei singoli Stati membri né, tantomeno, una capacità fiscale centralizzata.
L'”Europa dei diritti”: ma di quali diritti?
Se uno Stato viola sistematicamente i livelli massimi di inquinamento dell’aria prescritti dalle direttive europee, ciò non si traduce in una violazione del diritto alla salute dei suoi cittadini. Questa la conclusione cui giunge la Corte di giustizia in C-61/21 del 22 dicembre 2022.
L’emergenza democratica non sono i “rave” ma il Ministero degli interni
Lo ha detto anche Annamaria Cancellieri (in un’intervista a La Stampa): “basta tecnici al Viminale… non posso che auspicare il ritorno di ministri pienamente politici“, che si ritorni cioè “alla normalità“.
L’ “Effetto Seneca” tra proporzionalità ambientale e art. 41 Cost.
Com’è noto, il principio di proporzionalità in materia ambientale è declinato come criterio di contemperamento del principio di precauzione.
Presidenzialismo. Cioè?
Enzo Cheli ha scritto, da par suo, un articolo del tutto condivisibile per spiegare perché non gli piacciono affatto le proposte “presidenzialiste” avanzate da Fratelli d’Italia e riprese dai programmi elettorali del centro-destra. La mia perplessità è ancora più radicale, perché non capisco di cosa si parli. E questo un po’ mi allarma.
Pericolo di estinzione umana e interpretazioni giuridiche
Il primo agosto 2022, è stato pubblicato, sui prestigiosi PNAS, un articolo a dir poco inquietante, introdotto dal titolo: Climate Endgame: Exploring catastrophic climate change scenarios. La sua uscita è stata annunciata persino da alcune testate giornalistiche e televisive (evento quasi unico nel panorama dell’informazione italiana).
Referendum? Sono un “astensionista” e me ne vanto
Il referendum abrogativo è una cosa seria, ma chi lo propone non sempre lo è. E l’astensionismo che ha vanificato i referendum per i quali si è votato ieri lo ha clamorosamente confermato.
Un giudice può disapplicare le leggi che gli sembrano incostituzionali?
L’interrogativo del titolo ha intrigato i costituzionalisti più di mezzo secolo fa, ma la risposta negativa è ormai certa, e nessuno ne dubita più: la Corte costituzionale è sempre stata ferma sul punto. Ma qualcuno ci prova ancora, convinto che le sue personali considerazioni attorno alla successione di atti con cui il Governo ha fatto fronte alla pandemia sia viziata irrimediabilmente.
Il voto dei fuorisede: una vergogna italiana a cui non si intende rimediare
E’ passato giusto un anno da quando, nell’imminenza delle elezioni calabresi e in alcune città, pubblicammo un’aperta denuncia dello stato di passività delle istituzioni parlamentari in relazione a un tema di primissimo rilievo in ogni sistema democratico: come consentire la partecipazione al voto dei cittadini “non residenti”.
Due bis fanno una consuetudine?
Un antico proverbio francese, tratto dalla tradizione giuridica dell’Ancien Régime, insegna che “une fois n’est pas coutume”, cioè “una volta non fa consuetudine”. E due volte fanno una consuetudine? O meglio, due volte fanno una revisione costituzionale implicita?
Che cosa è successo nel Parlamento alla vigilia dell’elezione del PDR? I movimenti tra i gruppi e l’instabilità politica degli eletti
In tutti questi mesi il prof. Curreri ha mantenute aggiornate le tabelle degli spostamenti di deputati e senatori da un gruppo all’altro iniziati all’indomani delle elezioni del 2018. Come si può vedere, il Parlamento che – con l’integrazione dei rappresentanti delle regioni – si avvia a eleggere il nuovo Capo dello Stato è assai diverso da quello eletto dai cittadini italiani nel 2018. Verrebbe da chiedersi quale legittimazione politica esso abbia: è opportuno che un Parlamento trasformista elegga un Presidente che rimarrà in carica sino al 2029, quando esso stesso dovrà essere rieletto, al più tardi, all’inizio del 2023? Non sarebbe meglio che il nuovo Presidente fosse eletto dal nuovo Parlamento?
Lo scarso valore della sentenza polacca sulla prevalenza del diritto UE
La Corte Costituzionale polacca, con la sentenza del 7 ottobre 2021 in merito alla conformità di alcuni articoli dei Trattati europei con la Costituzione, ha sganciato un’autentica “bomba” sulla, già fragile, struttura euro-unitaria, causando un sisma giuridico-politologico che ha interessato tutto il vecchio continente.