La psicologia ha individuato due tipi di paure. La prima è di natura funzionale (razionale, può dirsi con un ossimoro). Essa si sostanzia nel timore di un evento negativo, probabile e pericoloso ed è utile perché alimenta una reazione onde prevenire o contrastare l’evento stesso:
La UE e il green pass: un’ordinanza del Tribunale europeo che non occorre commentare
Alcuni cittadini italiani avevano impugnato davanti alla Corte di giustizia il Regolamento (UE) 2021/953 – Certificato COVID digitale dell’UE – chiedendo anche un provvedimento d’urgenza che, in via cautelare, ne sospendesse l’esecuzione. Si tratta del regolamento tanto citato in molti interventi (e in molti commenti) pubblicati su questo giornale.
Commissione UE, il green pass e i giornalacci
L’onorevole Berlato (Fratelli d’Italia) ha ben pensato che i (quasi) 9.000 euro che il Parlamento europeo gli somministra mensilmente non vadano impiegati per seguire le vicende delle istituzioni europee, ma per denunciare le orribili cose che accadono in Italia. Così ha rivolto alla Commissione una serie di interrogazioni a risposta scritta (l’ultima è del 17 settembre 2021) per denunciare l’uso che in Italia si fa del green pass.
Ambiente sempre! Lo dice la Corte costituzionale (ma subito si smentisce)
Nelle calde e movimentate giornate di fine luglio è uscita alla chetichella un’importante decisione della Corte costituzionale, la sent. 164/2021. Nasce da un ricorso della regione Veneto contro un atto del Ministero che dichiara «di notevole interesse pubblico» l’area alpina del Comelico: la regione protesta contro un atto vincolante, che pone limiti e prescrizioni alla “valorizzazione” del territorio senza coinvolgere nelle dovute forme la regione stessa e i comuni compresi.
Oltre 500 mila firme per il referendum sull’eutanasia legale
È di questi giorni la notizia del raggiungimento (anzi del superamento) della quota di firme ‒ richiesta dalla Costituzione (art. 75 Cost.) ‒ per l’abrogazione parziale dell’art. 579 del codice penale in materia di omicidio del consenziente.
Replica al documento anti green-pass pubblicato da Questione giustizia
Il 4 agosto la Rivista Questione giustizia – rivista che da tempo esprime il punto di vista di una corrente della Magistratura – ha pubblicato un documento “Sul dovere costituzionale e comunitario di disapplicazione del c.d. decreto green pass”. Questo documento non è sfuggito all’attenzione di uno dei nostri lettori (Ludolfo), che ha ritenuto di “sbattermelo in faccia”, contestando le mie tesi sul green pass. Ecco la mia replica.
No Driving-Licence! Rivendichiamo le nostre libertà!
Il movimento No-Wax ha risvegliato il nostro sopito amore per la libertà, mostrando il profilo del mostro, lo Stato autoritario e la sua dittatura sanitaria e paternalistica. Ma è solo l’inizio!
Greenpass e libertà. Con qualche risposta ai simpatici lettori
Mettiamo che fossi un fervente no-clothing, un naturista praticante che ama e crede nel nudismo.
Se un membro del Garante dei dati si esprime sulla legittimità del greenpass…
“Il #greenpass in salsa francese è costituzionalmente irricevibile. Gravissimi gli effetti sui diritti e sulle libertà dei cittadini“. Questo non è un tweet qualsiasi, di quelli che ogni mattina sgorgano incontenibili dalla voglia di esternare della gente e alimentano il gracchiare dello stagno dei social. Questo tweet viene da fonte autorevole, dalla Vice-Presidente dell’Autorità garante della privacy, prof. Ginevra Cerrina Ferroni.
L’espulso dal gruppo alla ricerca del suo giudice
La Commissione contenziosa del Senato, con decisione dello scorso 13-26 aprile, ha dichiarato improcedibile il ricorso presentato da sei senatori (Lezzi, Lannutti, Abata, Angrisani, Corrado e Di Micco) contro il Presidente del Senato per averli assegnati al gruppo misto dopo la loro espulsione dal gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle.
Il non-sense di monsignore e l’intelligenza del sasso
di Roberto Bin
L’episodio della nota del Vaticano sul ddl Zan è troppo ghiotto per un costituzionalista. Ma ho preferito non commentarlo prima di leggere il testo originale della nota, perché il fragore suscitato dalla caduta del sasso nello stagno è troppo alto per capire cosa sul sasso ci sia scritto davvero.
Votazioni a distanza: chi deve andarsene?
La notizia ANSA, ripresa da molti quotidiani (per esempio da Il fatto quotidiano del 26 maggio) desta davvero stupore e un certo disagio. Sensazioni che si rafforzano leggendo la comunicazione del Presidente Brescia alla 1^ Commissione, che aveva iniziato l’esame del problema della legge sul voto a distanza.