Nei giorni scorsi l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha proposto l’indizione di un referendum abrogativo, su iniziativa di almeno cinque Consigli regionali, per eliminare la quota proporzionale della legge elettorale vigente, pari ai due terzi dei seggi: la normativa di risulta darebbe vita ad un sistema maggioritario puro, analogo a quello vigente nel Regno Unito.
maggioritario
Che ne capisce di diritto costituzionale l’Elefantino?
di Roberto Bin
Ne Il Foglio di ieri, 14 maggio, l’Elefantino – cioè il direttore, pardon il fondatore, Giuliano Ferrara – ci offre un bel saggio di come si possa torcere la Costituzione al servizio della disinformazione. Commento durissimo sul presidente Mattarella: «È in corso una evidente violazione della Costituzione», esordisce Ferrara. Chi ne è il responsabile? Il capo dello Stato, che avrebbe violato «il compito di custodire la regola di base della Repubblica». Quale? «il diritto e dovere del Quirinale (di) nominare il capo del governo e, su sua proposta, i ministri».
Il diavolo, le pentole e i coperchi: effetti imprevisti ed effetti perversi dell’ultima riforma elettorale
di Antonio Floridia*
Sappiamo oramai tutto del “Rosatellum”, e sappiamo anche i risultati che sono emersi dalle urne del 4 marzo. Può essere tuttavia utile ritornare, post factum, sui meccanismi della legge elettorale, assumendo un punto di vista peculiare: si sono prodotti gli effetti previsti dai legislatori, o sono scaturiti effetti inattesi o finanche perversi?
La legge elettorale non piace a nessuno. Ma per cambiarla bisogna capire bene quel che ha detto la Corte
di Glauco Nori
La legge elettorale in vigore non piace a nessuno: le ragioni, in buona parte poco chiare, non sono le stesse per tutti. Al fatto che avesse consentito di superare la normativa di risulta dalla sentenza n.35 del 2017 non è stato dato alcun rilievo. Secondo le norme impugnate, se non fosse scattato il premio di maggioranza, si sarebbe dovuto procedere al ballottaggio.
ELEZIONI 2018: come si vota e cosa succede dopo
di Roberto Bin
La scheda non rappresenta nulla di strano: all’elettore verranno date una scheda per la Camera e una per il Senato, che sono sostanzialmente eguali.
Quando la legge elettorale non aiuta il Paese
di Glauco Nori
Parlare della legge elettorale sotto elezioni espone a rischi, ma vale la pena di correrli: potrebbe essere proprio il momento, purché non si parta da idee preconcette.
Legge elettorale: il doppio effetto di una sola scheda e un solo voto
di Antonio D’Andrea
Anche chi aveva chiesto e sperato che in un soprassalto di dignità il dequalificato Parlamento della XVII Legislatura riuscisse a mettere mano ai meccanismi elettorali, dopo la doppia bocciatura avvenuta nell’arco di un triennio del giudice costituzionale (con le sentenze n. 1/2014 e n. 35/2017) sia della legge n. 270 del 2005 – il c.d. Porcellum – sia della legge n. 52 del 2015 – il c.d. Italicum –, credo che nutra più di qualche perplessità sulla soluzione apprestata dal legislatore per “armonizzare”, secondo le stesse sollecitazioni del Presidente Mattarella, i sistemi elettorali di Camera e Senato.
“Ingegneria istituzionale” o “bricolage elettorale”?
di Antonio Floridia
Giovanni Sartori aveva una precisa idea della scienza politica: la scienza politica non è una scienza “esatta”, ma nondimeno può offrire alcuni validi insegnamenti a coloro che si ingegnano di trovare soluzioni adeguate ai problemi istituzionali. Ragionamenti ipotetici e controfattuali (del tipo: “se si adotta questo meccanismo, ceteris paribus, è probabile che accada questo o quest’altro”) possono essere utili strumenti di analisi e di verifica empirica.
Legge elettorale: ultima chiamata
di Salvatore Curreri
Lo scorso 20 settembre 2017 l’on. Fiano, a nome del Pd, ha presentato in Commissione affari costituzionali alla Camera (analogo testo è stato presentato anche al Senato) un nuovo progetto di legge (v. https://stefanoceccanti.wordpress.com/2017/09/21/il-testo-della-proposta-di-riforma-elettorale-rosatellum-bis/), detto Rosatellum bis o 2.0, a seconda che si voglia scimmiottare il lessico sartoriano o informatico.
Legge elettorale: la mia risposta a Carlo Fusaro
di Antonio Ruggeri
Sono particolarmente grato all’amico e collega Carlo Fusaro per il tempo e l’attenzione dedicata al mio scritto. Le sue osservazioni sono, come sempre, acute: mi corre, tuttavia, l’obbligo di fugare un equivoco, di sicuro alimentato dalla poca chiarezza della mia esposizione.
Legge elettorale: a proposito dell’articolo di Antonio Ruggeri
di Carlo Fusaro
Ho letto l’articolo scritto per lacostituzione.info da Antonio Ruggeri quando sembrava che il progetto Fiano, apparentemente concordato fra le principali forze politiche, fosse destinato a certa approvazione, e vorrei proporre alcuni commenti. Premetto che sono un convinto maggioritario da almeno 30 anni; non solo ho partecipato tutte le campagne di Barbera-Segni (e poi Guzzetta e Morrone) del 1990-1993, 1995, 1997, 2001, 2007, 2012, ma fui presente fisicamente in Cassazione fra i promotori già nel 1990 e 1991.
Effetti perversi ed effetti imprevisti
del bricolage elettorale
di Antonio Floridia
Nel momento in cui scriviamo questa nota (pomeriggio dell’8 giugno) non sappiamo ancora se il testo della riforma elettorale in discussione alla Camera riuscirà ad essere approvato, o se l’accordo politico che sembrava sorreggerlo crollerà rovinosamente…