Il 5 maggio il tribunale costituzionale tedesco si è pronunciato sul QE della BCE. La decisione ha riguardato solo un programma particolare di quantitative easing, il PSPP, varato il 4 marzo del 2015. Però è indubbio che la “regola di diritto” elaborata dalla pronuncia possa estendersi anche al PEPP del 18 marzo 2020, secondo la tempistica e le implicazioni già esaminate da Andrea Guazzarotti.
Attualità
Abolire il codice degli appalti … e poi?
Fase 2. Cioè?
di Giovanni Di Cosimo e Angela Cossiri
Alla fine è arrivato anche il dpcm della fase 2. Ovvero l’ennesima cascata di norme che regolano minutamente la nostra vita nell’era covid. Molte di queste ripetono i contenuti dei decreti precedenti. Altre sono delle new entry che, in alcuni casi, suscitano perplessità.
I paradigmi macro-economici della UE alla prova della pandemia
La pandemia innescata dalla diffusione del Covid-19, e le misure assunte per limitare il contagio, diluirlo nel tempo, al fine di salvare vite umane ed impedire il collasso dei sistemi di assistenza sanitaria, stanno provocando il crollo repentino e profondo del prodotto interno lordo.
Monetizzare il debito pubblico grazie alla BCE senza cambiare i parametri di Maastricht?
Standard and Poor’s ha confermato il rating dell’Italia (“BBB”), evitando, così, di declassare a spazzatura i molti titoli pubblici detenuti da banche private italiane, con le conseguenze che tutti intuiamo. Il mancato declassamento del nostro debito pubblico non è certo dovuto al miraggio del MES sanitario, bensì dal fatto che, nelle parole dell’agenzia di rating, «l’attuale sostegno finanziario della Bce consente all’Italia di rifinanziare il proprio debito a tassi di interesse reali di circa lo 0%».
Il Ricovery Fund: ovvero, come l’Eurozona può schivare il divieto di monetizzare il disavanzo di bilancio
Recessione economica e austerità fiscale non vanno d’accordo. È un assunto su cui ormai c’è un largo consenso. Tutti gli Stati colpiti dagli effetti economici del Covid-19 si apprestano, infatti, ad allentare di parecchio i cordoni della borsa pubblica per spendere quanto necessario al fine di risollevare la produzione e l’occupazione.
Il nuovo Quantitative Easing della BCE e l’ombra del Tribunale costituzionale tedesco sui negoziati europei per uscire dalla crisi
Negli Stati Uniti la Fed, che già aveva incamerato titoli pubblici per 6 mila miliardi dollari, a marzo 2020 ne ha acquistati altri 2 mila per consentire al governo federale di finanziare il suo piano anti-crisi. La Bank of England…
Eurobond, MES, PEPP e altri strumenti: come si finanzia la ricostruzione?
Per non far diventare il rimedio peggiore del male. Lockdown e bilanciamento tra diritti fondamentali
Nel corso della conferenza stampa dello scorso 22 febbraio – quella nella quale il Presidente del Consiglio ha annunciato l’adozione del primo decreto legge contenente misure restrittive per alcune zone del Nord Italia (poi rapidamente estese a tutto il territorio nazionale) – Giuseppe Conte ha utilizzato, proprio in apertura, parole molto chiare circa la motivazione nell’emanazione di un provvedimento così limitativo delle libertà.
Ripartire dal Mezzogiorno: le dimensioni territoriali dell’epidemia
di Marco Betzu* e Pietro Ciarlo**
In un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica lo scorso 2 aprile, Giovanni Rezza, dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità e componente dell’ormai noto Comitato tecnico scientifico che opera in supporto al Governo, ha respinto l’idea di un allentamento delle misure restrittive anti-epidemiche diversificato per territori: «la maggior parte delle attività produttive stanno proprio al nord. Che facciamo, lo apriamo dopo perché ha avuto una maggiore diffusione del virus?».
Le conclusioni dell’Eurogruppo: anatomia di una capitolazione
di Marco Dani* e Agustin Menéndez**
Se non ora quando? Questo devono essersi chiesti tanti sinceri europeisti all’inizio del negoziato iniziato in seno all’Eurogruppo e al Consiglio europeo di fronte al propagarsi dell’epidemia Covid 19 e al manifestarsi delle sue drammatiche conseguenze economiche.
Il contact tracing digitale e l’epidemia: sindrome cinese?
Nel capitolo intitolato “La sindrome cinese” del già ben noto ampio saggio su Il capitalismo della sorveglianza di Shoshana Zuboff, si osserva come il governo cinese stia sviluppando un sistema di “credito sociale” destinato ad essere il “nucleo” del suo approccio ad internet. L’idea è di fare leva sull’esplosione dei dati personali per “migliorare” il comportamento dei cittadini.